CategoriesSull'Agricoltura

Il Sovescio. Concimazione organica del suolo “come una volta”.

Cos’è il Sovescio.

Il sovescio rappresenta un’antichissima pratica agricola atta ad incrementare “naturalmente” la fertilità biologica del suolo; ad aumentare la quantità di sostanza organica presente; e infine ad evitare fenomeni di erosione grazie all’inerbimento che ne deriva, il tutto attraverso una coltivazione seminata appositamente sulla porzione di terreno interessata.  Può essere mono specie o multi specie a seconda della varietà dei semi impiegati. Le piantine che fioriranno saranno destinate ad essere trinciate ed interrate, favorendo la formazione di biomassa prontamente disponibile per il nutrimento dei microrganismi terricoli. Il terreno dedicato al sovescio resta chiaramente occupato per tutta la durata del ciclo di crescita dei semi. Questo tempo può variare dai due ai sei mesi, a seconda di quando viene eseguita la semina e di quali specie si scelgono.

I sovesci si possono seminare all’inizio dell’autunno, verso la fine dell’inverno o a inizio primavera. I più comuni, come è avvenuto nel nostro caso, si effettuano ad inizio autunno, generalmente entro la fine del mese di ottobre. La scelta della specie di semi da sovescio è determinante per la buona riuscita della pratica. In questa fase sono da considerare il momento della semina, e precisamente la stagione entro cui ci si trova, e l’obiettivo che si vuole perseguire. 

Le specie di Sovescio.

Le specie comunamente utilizzabili sono:

  • Graminacee: tipiche colture da copertura, assorbono l’azoto contenuto nel suolo preservandolo dal dilavamento causato da avverse condizioni atmosferiche (cd. effetto “catch crop”), restituendolo in profondità una volta interrate. Fanno parte di questa categorica di semi le specie cerealicole classiche come l’orzo, la segale e l’avena; specie più adatte a foraggio come il loietto perenne; o ancora essenze da prato e pascolo come il fleolo, la dactylis e le festuche.
  • Leguminose: apportano azoto grazie alla simbiosi radicale con i batteri azotofissatori (leggi qui per approfondimenti). All’interno di questa famiglia, le specie più utilizzate sono i trifogli, la veccia, nelle due varietà sativa e villosa, la fava, la lupinella e il pisello.
  • Crucifere: svolgono un’azione biocida-sanificante verso molti patogeni e anche un certo effetto di soffocamento delle erbe infestanti. Tra queste vanno sicuramente annoverate la senape bianca, la rucola, il rafano, il rapestone che, dotati di radice fittonante, sono capaci di lavorare il terreno in profondità.
  • Altre specie: grano saraceno, ad esempio, si semina in tarda primavera ed ha un ciclo veloce, copre bene il suolo e rappresenta un valido antagonista di specie infestanti, riuscendo in taluni casi ad inibirne la germinazione. Anche la facelia, della famiglia della borragine, è adatta al sovescio, ma con semina primaverile, essendo particolarmente sensibile al freddo. Funge soprattutto da “calamita” per le api.

Procedimenti, prima e dopo.

Prima di procedere al sovescio, è necessario preparare il letto di semina come per qualsivoglia coltivazione, si procede poi alla semina classica, meccanica o manuale a spaglio, con quantità di semi variabili tra i 50 e i 200kg/ha circa, a seconda anche delle grandezza dei semi scelti. Al momento della fioritura, stato di crescita della pianta ottimale in termini di rigoglio e vigore dei tessuti verdi, si procede alla rasatura, a cui segue breve appassimento sulla superficie del terreno, prima del definitivo interramento.

Noi, su Gaia.

Come sapete, anche noi di Gaia quest’anno abbiamo optato per una concimazione autunnale “verde” a base di sovescio multi specie, alternandola a quella a base di letame animale impiegata lo scorso anno. L’obiettivo è quello di ottenere una maggiore fertilità del suolo, aumentarne la sostanza organica, nell’ottica di una nuova coltura primaverile, che vi sveleremo nei mesi a venire. La nostra scelta è stata quella di nutrire Gaia dell’apporto organico di cui necessita dopo gli sforzi fatti nell’ultimo periodo. Un atto di rispetto e di riconoscenza per tutto quello che ci ha donato in questi mesi, perché infondo tra uomo e terra dovrebbe istaurarsi un rapporto di reciprocità fondato sul rispetto, la cura, l’attenzione e mai sullo sfruttamento. In base agli obiettivi di cui sopra, abbiamo optato per un mix di semi di leguminose, quali fava e lupinella nello specifico, aggiungendo per la porzione di terreno che precedentemente ospitava un piccolo vigneto ormai definitivamente estirpato, semi di senape e rapestone con azione biocida. La semina è stata interamente gestita a mano, a spaglio, e poi procedendo ad una leggera copertura di terra sui semi sparsi mediante l’aiuto della zappa.

A questo punto, nostra amata Gaia, goditi il tuo meritato riposo e lascia che noi ci prendiamo cura di te, così come tu ti sei presa cura delle piantine che abbiamo deciso di darti in custodia. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *